Descrizione della collezione
La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia (ora Fondazione Perugia), in piena coerenza con il suo compito istituzionale di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico regionale, oltre a favorire, sostenere e promuovere importanti iniziative nel mondo della ricerca scientifica, si ĆØ anche dedicata a una ragionata e virtuosa politica di acquisizioni: a cominciare dagli edifici storici, che dal 1995 in poi, sono entrati a far parte delle sue proprietĆ . Ci riferiamo segnatamente a Palazzo Graziani, dove la Fondazione ha la sua sede amministrativa e gestionale e dove, di rimarchevole imponenza, ĆØ la Sala delle Assemblee decorata da Annibale Brugnoli, fra i maggiori pittori di storia dellāOttocento italiano, a Palazzo Baldeschi al Corso, la cui sala delle Muse reca una sontuosa decorazione neo-barocca di Mariano Piervittori, a Palazzo Lippi Alessandri, ex sede della Cassa di Risparmio di Perugia, a Palazzo Bonacquisti in Assisi, alle Logge dei Tiratoi di Gubbio. Ć in questi edifici che vengono conservate ed esposte al pubblico le numerose opere dāarte acquisite negli anni dalla Fondazione ed ĆØ qui che si svolgono le molte iniziative di carattere culturale promosse dalla Fondazione stessa.
In Palazzo Baldeschi al Corso sono ospitate gran parte delle collezioni permanenti, fra cui una raccolta di dipinti che, oltre a distinguersi per lāalta qualitĆ dei suoi pezzi risalenti al Rinascimento umbro (opere di Perugino, Pintoricchio, Signorelli, Matteo da Gualdo, NiccolĆ² di Liberatore detto lāAlunno), riveste interesse anche per un folto gruppo di opere del periodo manierista (Avanzino Nucci, Federico Zuccari, Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio, Giovanni Baglione, Ippolito Borghesi, Vincenzo Pellegrini, Felice Damiani), per una selezionata collezione di dipinti del Seicento (Andrea Camassei, Giovanni Antonio Scaramuccia, Luigi Scaramuccia, Gian Domenico Cerrini, Pietro Montanini, Francesco Allegrini), del Settecento (Alessio de Marchis, Giacinto Boccanera, Nicola Giuli) e dellāOttocento (Jean-Baptiste Wicar, Carlo Labruzzi, Silvestro Valeri, Napoleone Verga). Anche il Novecento, soprattutto umbro, ĆØ presente nelle raccolte della Fondazione. Vale la pena segnalare un discreto numero di dipinti di Gerardo Dottori, importante pittore futurista di origini perugine (si veda soprattutto la bella aeropittura del Lago Trasimeno) e una serie di opere offerte in dono da artisti, eredi di artisti, collezionisti.
Fra tutte le donazioni si distingue comunque quella dello storico dellāarte fiorentino Alessandro Marabottini che, per lascito testamentario, ha destinato alla Fondazione Perugia una raccolta di circa 700 oggetti tra dipinti, sculture, disegni, incisioni e miniature: un materiale imponente, accuratamente descritto in un apposito catalogo pubblicato nel 2015 e permanentemente visitabile a Palazzo Baldeschi al Corso.
Unāaltra consistente e qualificatissima sezione espositiva riguarda, sempre in Palazzo Baldeschi, la raccolta di maioliche rinascimentali. In grado di competere con le piĆ¹ importanti collezioni internazionali, consta di 147 pezzi tutti acquisiti nel 2006 in parte dalla prestigiosa raccolta di Paolo Sprovieri, giĆ proprietario di una tra le migliori collezioni di tal genere nellāItalia del secondo Novecento, ed in parte provenienti da una storica collezione privata toscana.
Ultima in ordine di tempo, una donazione (circa 180 opere fra dipinti, sculture, mobili e oggetti di design) del designer Massimo Caggiano ha fatto sƬ che si realizzasse, sempre allāinterno di Palazzo Baldeschi,Ā āLa casa di Massimo Caggianoā. Lo spazio si configura come un āunicumā e si muove in continuitĆ con gli ambienti della dimora romana del collezionista, offrendo un dialogo ideale che ha come protagonisti la pittura e scultura di figurazione a partire dagli anni Ottanta e le opere del design contemporaneo realizzate da disegni dello stesso Massimo Caggiano.
Quanto a Palazzo Bonacquisti qui ĆØ permanentemente esposta una selezione di dipinti cinque-seicenteschi di soggetto francescano messa insieme nel 2015 con lāintento di offrire ad Assisi e ai molti visitatori che ogni anno frequentano questo luogo una significativa testimonianza di come il Poverello e la sua vita di santitĆ furono oggetto, soprattutto in epoca controriformata, dellāattenzione degli artisti stimolati, a loro volta, da un diffuso sentimento di adesione allāinsegnamento di Francesco.